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L’affiliate marketing è un’attività che ha preso piede negli ultimi anni ed Internet, anche grazie ai Social Network, ne ha aumentato la popolarità, offrendo nuovi spazi e forme di espressione per questo tipo di servizi. Tuttavia, anche le leggi si sono aggiornate al nuovo che avanza, così come il rapporto dell’affiliate marketing con il fisco.
Per sapere quali Imposte per l’affiliate marketing è necessario corrispondere bisogna in primo luogo capire come funzionano queste trattative, quali sono le soglie di guadagno previste e come occorre inquadrate un’attività di affiliazione ai fini burocratici e fiscali.
Cos’è l’affiliate marketing e come funziona?
Prima di addentrarsi nelle caratteristiche tecniche e nella burocrazia che riguarda le imposte per affiliate marketing, occorre fare chiarezza su questa tipologia di commercio così particolare.
L’affiliate marketing, è una transazione di natura commerciale, quindi a fini di lucro, che avviene fra due soggetti.
Il primo è un’azienda individuale, una società o un libero professionista che offre uno specifico prodotto o fornisce una tipologia di servizi; in questo caso si usa il termine inglese advertiser, ovvero “pubblicitario” in senso stretto.
Questo termine però può essere spiazzante, perché in realtà a occuparsi della pubblicità vera e propria sarà il secondo soggetto coinvolto, ovvero l’affiliato o, più raramente, “publisher”.
Affiliate marketing in sintesi
La società advertiser decide di commercializzare un prodotto in base a proprie ricerche di mercato. Solitamente sono prodotti pensati su misura per attrarre i bisogni dei consumatori.
Si accorda con un fabbricante per la produzione di tale prodotto e ne diventa distributore.
Per la distribuzione del prodotto, l’advertiser solitamente si obbliga a farlo attraverso un network pubblicitario che ha all’attivo già diversi publisher pronti a promuovere nei canali online, attraverso l’esposizione di banner pubblicitari, i nuovi prodotti proposti.
L’advertiser solitamente propone i propri prodotti con la forma di pagamento in contrassegno. Qualcuno crede che ciò avvenga per questioni fiscali, ma in realtà, uno dei motivi che spingono l’advertiser a proporre come metodo di pagamento il contrassegno, è che hanno bisogno di aumentare lo scontrino di vendita.
Tale operazione può essere fatta solo attraverso il call center che richiama il consumatore che ha appena effettuato un’ordine, e gli propone un’offerta più vantaggiosa.
Possiamo fare un’esempio su un prodotto commercializzato al prezzo finale di 49 euro tutto incluso. Tale prezzo al consumatore, è la somma dei costi di produzione, commissione per il network e per il publisher, iva, costi di spedizione, call center e dell’azienda. ne consegue che, tolti tutti i costi all’advertiser non rimarrebbe nulla in tasca. Ma proprio utilizzando il call center, l’advertiser ricontatta tutti i consumatori (leads generati) per proporgli con 20 euro in più una quantità maggiore di prodotto.
Publisher affiliato: ruolo nell’affiliate
Il ruolo del publisher (l’affiliato all’advertiser) è quello di promuovere i prodotti o i servizi erogati dall’advertiser, in cambio di una commissione suli lead generati.
In questo modo l’advertiser viene pagato per il proprio lavoro e corrisponde all’affiliato la quota di guadagno che gli spetta.
Come vedremo, ciò non esula dal pagamento di specifiche imposte affiliate marketing; le trattative di questo tipo seguono infatti dei criteri molto rigidi.
Esiste poi un terzo soggetto che può essere coinvolto ed è la piattaforma di affiliate marketing a cui si appoggiano sia l’advertiser, per richiedere affiliazione, che l’affiliato, per ottenere i suoi compensi.
Affiliate marketing opinioni; conviene oppure no?
Chi sta pensando di avviare un’attività di affiliate marketing , o di prendere parte a un affiliate marketing già in atto, inevitabilmente cercherà su Internet opinioni, pareri e consigli.
In altre parole, vale la pena imbarcarsi in un’impresa del genere o è preferibile lasciar perdere?
Come in ogni ambito, i pareri sono molti e discordanti.
C’è chi afferma che l’affiliate marketing è la soluzione ideale per arrotondare i guadagni rapidamente e senza particolari sforzi.
Altri sono più scettici sull’effettiva validità di questa forma di commercio.
Prima di prendere una decisione in proposito occorre innanzitutto informarsi su tutti gli aspetti burocratici e fiscali, dal versamento delle imposte affiliate marketing (scadenze, importi e documentazione da presentare) a, molto più banalmente, l’effettivo vantaggio economico; capire insomma se il “gioco può valere la candela”. In questo caso però il criterio di scelta è puramente soggettivo. Un guadagno che ad alcuni potrebbe sembrare scarso e poco proficuo per altri potrebbe essere quell’extra in più per gli hobby o semplicemente un arrotondamento dello stipendio.
Quando conviene l’affiliate marketing : i pro
Chi è a sostegno dell’affiliate marketing spesso esprime opinioni molto positive su questo ambito di commercio.
I vantaggi principali elencati dai sostenitori delle affiliazioni sono i seguenti:
- Semplicità nello svolgimento, con pochi mezzi essenziali (pc, connessione, smartphone) ;
- Possibilità di inserire anche i propri progetti nella campagna di affiliazione ;
- Incremento considerevole nei guadagni ;
- Investimenti minimi , se non addirittura nulli ;
- Possibilità di guadagnare in qualsiasi momento della giornata.
Il primo aspetto è decisamente inconfutabile : l’affiliate marketing è quel tipo di business in cui non occorrono apparecchiature complesse o strumenti estremamente settoriali. Basta un pc, una connessione a Internet oppure uno smartphone per poter partecipare alle principali campagne di affiliazione sul web.
A seconda del tipo di affiliate marketing verso cui ci si indirizza potrebbero, ovviamente, essere richiesti requisiti specifici. In genere ,tuttavia, qualsiasi aspetto delle affiliazioni, dall’iscrizione alle piattaforme alla pubblicazione di annunci, compresi quelli burocratici come le imposte affiliate marketing, può essere gestito da casa senza particolari complicazioni.
Il secondo punto è sicuramente quello che interessa un numero sempre maggiore di persone. Non è affatto detto che l’affiliate marketing promuova soltanto prodotti e servizi altrui. Infatti chiunque offra un servizio o un prodotto di sua creazione e gestione potrebbe in qualsiasi momento decidere di iscriversi al circuito di affiliazione, ottenendo quindi sia i compensi sui guadagni che pubblicità personale.
Spesso chi è favorevole all’affiliate marketing parlerà anche di guadagni favolosi raggiunti in poco tempo.
Attenzione però, non è sempre così facile e anche chi dice che questi business funzionano solo in termini di grandi numeri non ha tutti i torti. La crescita probabilmente sarà commisurata all’impegno e al tipo di strategia adottata dall’affiliato, o dall’advertiser, ma i tempi potrebbero non essere così veloci come spesso si millanta online.
Inoltre, spesso, non è richiesto l’investimento di alcun tipo di cifra per iniziare a fare affiliate marketing o, quando è previsto, solitamente si tratta di cifre minime che si alzeranno insieme al giro di affari complessivo.
I guadagni poi non sono neppure connaturati direttamente al tempo che l’affiliato o l’advertiser trascorrerà a lavorare; le campagne possono fruttare in qualsiasi momento.
Perché non fare affiliate marketing : i contro
In generale i detrattori dell’affiliate marketing portano a difesa delle proprie teorie le seguenti motivazioni:
- Differenza fra il guadagno dell’advertiser e quello dell’affiliato ;
- Impiego di tempo e risorse per conto terzi ;
- Difficoltà sostanziali nell’ottenere reti di contatti significative per guadagni di livello ;
- Guadagni scarsi che si basano sulla legge dei grandi numeri.
Nel primo caso, si obietta infatti che gli advertiser percepiscono molto di più dalle vendite dei loro prodotti o servizi rispetto a quanto viene offerto all’affiliato. Quest’ultimo, in altre parole, “sfacchina” per far guadagnare qualcun altro, accontentandosi di piccole retribuzioni.
Il secondo punto a sfavore dell’affiliate marketing che i detrattori citano con maggior frequenza è direttamente collegato a quanto sopra. In altre parole, essi sostengono che l’affiliato, essenzialmente “perda tempo” e impieghi risorse e denaro in un’attività da cui comunque sarà qualcun altro a beneficiare maggiormente.
Per contro, il tempo impiegato a promuovere i servizi offerti dall’advertiser o le imposte affiliate marketing da versare sarebbero “risparmiate” se l’affiliato promuovesse qualcosa di suo, facente capo solamente a sé stesso :
- Una startup ;
- Un banale prodotto di artigianato ;
- Qualsiasi tipologia di servizio i cui proventi ricadano interamente su di lui.
Anche la terza e la quarta obiezione all’affiliate marketing sono in realtà collegate; le difficoltà nell’ottenere una buona rete di contatti significano che l’affiliato potrà raggranellare solo compensi irrisori, o comunque molto minimi.
I guadagni più appetibili che l’advertiser potrebbe promettere sono infatti calcolati sulla legge dei grandi numeri, ma non è affatto detto che quei numeri siano realizzabili nella realtà.
Affiliate marketing, quanto si guadagna?
Come abbiamo visto lo spartiacque fra chi è a favore e chi è contrario all’affiliate marketing è davvero molto eterogeneo. Entrambi gli schieramenti poi offrono una diversa risposta alla medesima domanda, ovvero quanto si guadagna con l’affiliate marketing?
Anche in questo caso è abbastanza difficile dare una risposta univoca, anche perché i servizi di affiliazione sono davvero tanti e diversi.
Inoltre, molto dipende dalla strategia di marketing adottata dall’affiliato, e quindi ,per l’advertiser, dalle sue effettive capacità e skills ; maggiore sarà l’esperienza di quest’ultimo e più alti saranno i suoi compensi.
D’altro canto, maggiore è il giro di affari dell’affiliato, maggiori saranno anche le spese, quindi il margine di guadagno effettivo potrebbe assottigliarsi.
Tuttavia, prima di preventivare imposte affiliate marketing e altri oneri burocratici che ricadrebbero sulla persona fisica, è opportuno avere almeno un’idea di base di quali possano essere i guadagni effettivi.
Ovvero se con l’affiliate marketing sia possibile quantomeno rientrare nelle spese, al netto quindi di tutti gli adempimenti burocratici e fiscali.
Quanto guadagna l’affiliato e quanto l’advertiser?
Quanto si può guadagnare in linea di massima con le affiliazioni? Non esistono tabelle specifiche uguali per tutti i casi, ma in linea di massima si parla di diversi scaglioni in base alle competenze, all’abilità e all’esperienza dell’affiliato.
- Fino a 300 euro per gli affiliati esordienti ;
- Da 300 fino 1000 euro e più per gli affiliati con una certa esperienza ;
- Al di sopra dei 3000 euro per gli affiliati più abili e con molte risorse e tempo da investire.
Alcuni affiliati possono addirittura raggiungere cifre che superino i 10.000 euro, anche se per arrivare a simili traguardi occorrono solitamente anni di “gavetta” sul campo. Per contro, come abbiamo visto, maggiori saranno i guadagni e più sarà necessario investire nell’attività, con la contabilità fiscale, imposte affiliate marketing, tasse e quant’altro, che andrà a gravare sui guadagni maturati.
E per quanto riguarda gli advertiser?
In questo caso bisogna considerare che sul netto dei ricavi ottenuti dalla vendita dei beni o dalla prestazione dei servizi, occorrerà detrarre due importanti provvigioni.
Da una parte i compensi dell’affiliato, che solitamente si aggirano intorno al 20-30% del guadagno complessivo dell’advertiser. Quasi sempre però le affiliazioni saranno effettuate tramite appositi network e piattaforme che prevedono a loro volta ritenute e commissioni sul totale del guadagno, per continuare a offrire i propri servizi. Al rimanente andranno detratti, inoltre, gli oneri fiscali come il pagamento delle imposte affiliate marketing.
In generale prima di poter ottenere dei guadagni visibili occorrerà investire non meno di 1.000 euro, e non è comunque garantito che tali guadagni si registrino nell’immediato. Sono tutti aspetti da tenere in considerazione se si sta seriamente valutando di entrare nel mondo delle affiliazioni.
Come business può sicuramente essere conveniente, ma è fondamentale avere sempre chiaro il proprio budget, gli obiettivi prefissati e le proprie, reali, disponibilità di tempo e risorse.
Serve la partita iva per le affiliazioni?
Spesso si sente parlare di affiliate marketing come di un’attività senza rischi e complicazioni poichè si può svolgere tranquillamente da casa ma, agli occhi del Fisco, le affiliazioni sono comparabili a un’attività commerciale? E quali regole e normative occorre seguire per operare nel pieno rispetto delle leggi?
In realtà i guadagni derivanti dalle affiliazioni presuppongono una collaborazione continuativa, priva quindi del carattere occasionale che contraddistingue invece, per esempio, il lavoratore autonomo, il promoter o il freelance.
Quasi sempre questi business presuppongono contratti tempo determinato di pochi mesi, proprio per non incorrere nell’obbligo del pagamento IVA che si impongono alle prestazioni lavorative di carattere costante e continuativo.
Inoltre, le affiliazioni sono equiparabili ad attività lavorative di natura imprenditoriale e quindi non hanno, per il fisco, nulla in comune con le prestazioni di servizi offerte per esempio dai freelance con soluzioni di tipo Co.Co.Co o Co.Co.Pro, o ancora in totale autonomia come lavoratori indipendenti.
In questo caso non vale neppure la soglia del guadagno prevista per chi svolge occupazioni occasionali, e che è fissata a 5000 euro lordi l’annuo. Infatti l’affiliate marketing non è equiparabile ai fini fiscali a un’occupazione occasionale, e il Fisco stabilisce che sia quindi obbligatoria l’apertura di una ditta individuale dedicata nel momento in cui si sceglie di intraprendere questo business.
In questo modo sarà possibile gestire correttamente le imposte affiliate marketing, tenendo traccia di tutti i movimenti finanziari in entrata e in uscita connessi al’attività lavorativa che si è scelto di avviare.
Come aprire una partita IVA per affiliate marketing?
Vediamo quindi come procedere ad aprire una partita IVA per iniziare a monetizzare e percepire guadagni grazie alle affiliazioni, versare le imposte affiliate marketing e regolarizzare la propria posizione agli occhi del Fisco.
Precisiamo (ma ne parleremo con maggiori dettagli nel prossimo paragrafo) che l’operazione può essere gestita con la massima facilità ricorrendo all’ausilio di un commercialista. Questa figura, come vedremo, ci sarà molto utile anche nel caso in cui ricevessimo ad esempio degli accertamenti fiscali, o nella semplice gestione di pratiche burocratiche (come le imposte affiliate marketing) e scadenze.
L’apertura della Partita IVA va presentata all’Agenzia delle Entrate, entro e non oltre trenta giorni dalla data prevista per l’avvio effettivo dell’attività in oggetto.
L’intestatario può scegliere fra due diversi tipi di moduli per inoltrare la domanda di apertura:
- Modello AA9/7 (indicato per attività autonome)
- Modello AA7/7 (per attività di tipo societario o che riguardino comunque un’impresa)
Nel caso quindi di chi muove i primi passi nel mondo delle affiliazioni, il modello di riferimento sarà il primo, AA9/7 . In questo modo l’intestatario diventa a tutti gli effetti la persona fisica a capo di una ditta individuale in proprio e, agli occhi del Fisco, il responsabile di riferimento per qualunque aspetto burocratico che riguardi la ditta in oggetto.
Si può scegliere se presentare il modello per l’apertura della partita IVA a mano presso il più vicino ufficio dell’Agenzia delle Entrate della propria città o del proprio comune, oppure scaricando un programma per la trasmissione della modulistica dal sito stesso dell’Agenzia. In alternativa si possono inviare tutti i documenti per raccomandata con ricevuta di ritorno, avendo cura di includere fra la documentazione fornita anche una fotocopia fronte/retro del proprio documento identificativo in corso di validità e del codice fiscale.
Il passo successivo comporterà due scelte indispensabili per poter avviare correttamente la propria attività nel ramo dell’affiliate marketing.
In primo luogo occorre scegliere il regime IVA in cui si andrà ad operare, che potrà essere :
- Regime forfettario
- Regime ordinario semplificato
L’altra scelta indispensabile per la corretta apertura di partita IVA riguarda, invece, il codice ATECO.
Codice ATECO per affiliate marketing
Cos’è il codice ATECO? Si tratta di una sequenza di numeri, divisi da punti, che l’Agenzia delle Entrate e il Fisco utilizzano per identificare l’ambito in cui opera una determinata azienda, un business o un’impresa individuale.
Per i vari tipi di attività commerciali è prevista una lista di codici fra cui l’esercente dovrà scegliere quello che rispecchia esattamente le caratteristiche della propria impresa. Attenzione però, la scelta non è così semplice e intuitiva come potrebbe sembrare di primo acchito, occorre prestare attenzione in questa fase perché, se è vero che l’ATECO può essere successivamente modificato in caso di errore, questo codice riveste un ruolo cardine ai fini fiscali. In linea di massima, comunque, si tratta di uno step di cui si occuperà il vostro commercialista.
L’INPS infatti si baserà proprio sull’ATECO dichiarato in fase di apertura di partita IVA per stabilire, ad esempio, quali sono le imposte affiliate marketing dovute e quante tasse andrà a pagare l’intestatario dell’attività.
Nel caso di un codice ATECO per affiliate marketing, però, quale categoria sarà necessario indicare? Spesso c’è molta confusione in questo ambito, soprattutto perché le affiliazioni riguardano comunque le attività online e non sono quindi immediatamente riconoscibili come nel caso di forme di attività tradizionali.
Per il fisco, l’attività di affiliate marketing è equiparabile a grandi linee con le mediazioni di affari. Chi si occupa di affiliazioni è a tutti gli effetti un procacciatore di clienti, quindi il codice ATECO di riferimento sarà 46.19.02 relativo ai procacciatori di affari di varia natura.
Su Internet capiterà anche di imbattersi in chi consiglia il codice 73.11.02. relativo al Marketing, ma quest’ultimo va utilizzato solo se contestualmente alle affiliazioni la propria attività trae maggiori guadagni dal marketing diretto come attraverso servizi di agenzia di comunicazione, porta a porta o affini.
Regime forfettario e affiliate marketing, perché conviene?
Nei paragrafi precedenti abbiamo accennato il discorso relativo alla scelta del regime IVA più indicato per chi si avvicina al mondo delle affiliazioni. Come dicevamo, all’intestatario viene data la possibilità di scegliere fra regime ordinario con contabilità semplificata oppure regime forfettario per affiliate marketing.
Perché, solitamente, si tende a prediligere quest’ultimo? Il regime forfettario offre numerosi vantaggi e agevolazioni e vantaggi. Tuttavia prima di richiedere la sua applicazione occorre accertarsi di possedere tutti i requisiti indispensabili, come vedremo.
A grandi linee gli aspetti più interessanti di questo tipo di regime sono i seguenti:
- Nessun obbligo di fatturazione elettronica
- Nessun obbligo di applicazione dell’IVA né della ritenuta d’acconto
- Versamento della sola imposta sostitutiva (pari al 5% del reddito per i primi 5 anni, al 15% dal sesto anno consecutivo)
Il regime forfettario consente di ottenere guadagni più alti grazie all’esonero dall’applicazione dell’IVA, il che significa che le fatture non dovranno essere maggiorate e quindi più vantaggiose per il cliente (che si servirà più volentieri dei servizi offerti).
Inoltre non c’è nessun obbligo per quanto riguarda la trasmissione e l’archiviazione di fatture elettroniche o scontrini telematici.
L’aspetto in assoluto più interessante però riguarda le imposte affiliate marketing. Per i primi cinque anni dall’apertura di partita IVA, il regime forfettario stabilisce infatti il pagamento della cosiddetta imposta sostitutiva, che corrisponde al 5% del reddito generato. Solo allo scadere del quinto anno e per tutti quelli successivi il valore dell’imposta tornerà ad alzarsi alla soglia ordinaria del 15%.
I requisiti del regime forfettario
Esaminati i vantaggi che derivano dall’utilizzo del regime forfettario, esaminiamo i requisiti previsti; in mancanza di essi infatti l’unica alternativa sarà quella di ricorrere al regime ordinario con contabilità semplificata.
Secondo l’Agenzia delle Entrate, l’idoneità al regime forfettario è presente solo laddove sussistano le seguenti premesse.
- Il reddito non deve superare i 65.000 euro annuali
- Eventuali dipendenti non possono percepire una retribuzione superiore a 20.000 euro
- L’intestatario deve obbligatoriamente avere residenza italiana o, eventualmente, in uno Stato UE
- L’intestatario non deve figurare in eventuali società di persone o imprese famigliari contestuali all’attività in oggetto
- L’intestatario non deve aver svolto nei precedenti due anni alcun tipo di rapporto lavorativo per le stesse persone fisiche con cui l’attività in oggetto effettua transazioni commerciali
- Nell’anno precedente all’avvio dell’attività, l’intestatario non deve aver percepito compensi e redditi di lavoro superiori a 30.000 euro
Nel caso in cui il reddito superi la soglia massima prevista per il regime forfettario (e fissata a 65.000 euro annuali), quest’ultimo non sarà più applicabile a partire dall’anno solare successivo, in cui occorrerà invece richiedere il regime ordinario.
Per l’anno solare in cui è avvenuto il superamento della soglia valgono tutte le agevolazioni e le imposte affiliate marketing previste dal regime forfettario.
Affiliate marketing e contributi
E per quanto riguarda invece i contributi previdenziali, cosa prevede il fisco in merito alle affiliazioni?
Nel momento in cui si inoltra richiesta all’Agenzia delle Entrate per l’apertura di una Partita IVA, si è anche tenuti a dover versare regolarmente i contributi che spettano alla Gestione Commercianti INPS, sotto cui ricade l’attività di affiliate marketing.
Questo purtroppo può rappresentare un problema soprattutto per chi è alle prime armi, infatti i guadagni maturati attraverso le affiliazioni potrebbero essere pari, o addirittura inferiori, all’importo di contributi previsto.
Nello specifico, su un reddito minimo (fissato a 15.710 euro) il contribuente dovrà versare:
- 3770,40 euro per invalidità e/o vecchiaia (IVS)
- 7,44 euro per un’eventuale maternità (se si tratta di una donna)
L’onere più gravoso non sarebbe rappresentato quindi dalle imposte affiliate marketing ma dai contributi stessi. Per fortuna, però, anche in questo caso il regime forfettario può rappresentare una soluzione all’annoso problema.
Chi possiede i requisiti per questo regime, infatti, potrà richiedere uno sgravio all’INPS che può arrivare fino al 35% in meno di quanto dovuto alla Gestione Commercianti.
I contributi, in questo modo, andranno versati in 4 rate a distanza di tre mesi l’uno dall’altro, con un notevole risparmio sulle risorse finanziarie in breve termine.
Serve il commercialista per l’affiliate marketing?
La figura del commercialista rivestirà un ruolo imprescindibile sia per quanto riguarda l’aspetto tributario (imposte affiliate marketing, documentazione fiscale e oneri vari) sia nel caso in cui ad esempio i guadagni dovessero superare il giro di affari previsto, costringendo l’intestatario a cambiare regime fiscale per l’anno successivo.
Banalmente, anche l’apertura della Partita IVA sarà più semplice potendo affidare una delega a una figura professionale di riferimento.
Una consulenza fiscale potrebbe inoltre essere utile per mantenere sempre aggiornata la contabilità, per una corretta gestione delle imposte affiliate marketing da versare al Fisco. Inoltre, se dovessero insorgere delle problematiche o dei dubbi di natura fiscale, sarà sempre possibile concordare un appuntamento con il commercialista incaricato di seguire la propria attività.
E’ sbagliato sottovalutare l’importanza di questa figura anche prima dell’entrata in vigore del network di affiliazioni. Ad esempio, il commercialista potrebbe indicare situazioni in cui è più conveniente ricorrere al regime ordinario piuttosto che al forfettario, come nel caso in cui sia più conveniente usufruire di detrazioni fiscali.
Affiliate marketing, come iniziare?
Dopo aver chiarito tutti i punti salienti in base all’aspetto fiscale e tributario delle affiliazioni, la domanda più frequente è: come iniziare?
Oltre ad aver preventivato tutti gli aspetti fiscali, dall’apertura della partita IVA al pagamento delle imposte affiliate marketing, è fondamentale avere un’idea chiara e ben precisa dell’ambiente in cui si andrà ad agire. Il mondo di Internet e del marketing online è ormai diventato talmente vasto che il rischio più grande a cui si va incontro è quello di affondare in un autentico “mare magnum”.
Per questo è fondamentale, soprattutto nel settore delle affiliazioni, puntare moltissimo alle nicchie, meglio se poco battute dalla concorrenza.
Gli ambiti di riferimento dell’affiliate marketing possono essere i più disparati e tra quelli maggiormente ricorrenti troviamo :
- E-commerce “classico” ;
- Cosmetici alternativi o naturali ;
- Cripto valute ;
- Finanza.
A questo punto sarà fondamentale progettare una strategia di marketing per far conoscere i prodotti e i servizi dell’advertiser, valutando le procedure più remunerative che consentano di ottimizzare tempi e, ovviamente, guadagni.
Per esempio si potrebbe scegliere di investire inizialmente piccole cifre per far pubblicizzare un blog dove far conoscere le affiliazioni a cui si è preso parte, o rimandare investimenti a un secondo tempo e accontentarsi di landing pages che saranno richiamate da post su forum, bullettin boards e newsletter. Anche appoggiarsi ai Social può rivelarsi un’ottima strategia; l’importante è evitare di passare per spammer e aderire alle regole specifiche dei singoli network di affiliazione.
Fra questi uno dei più gettonati è sicuramente l’affiliate marketing di Amazon, ideale per chi è alle prime armi e non vuole preoccuparsi di aspetti burocratici come il versamento delle imposte affiliate marketing o l’apertura di un’attività in proprio; vediamo come funziona.
Affiliate marketing Amazon
Le affiliazioni di Amazon hanno guadagnato una straordinaria popolarità e rappresentano uno dei circuiti di affiliate marketing più usato e diffuso sul Web.
Dal 2018 il trend di crescita di queste affiliazioni è andato costantemente aumentando. Gli analisti parlano di un giro d’affari che nel 2025 potrebbe superare i 33 milioni. Inoltre, Amazon ha dalla sua la sicurezza che deriva dall’essere un marchio di portata mondiale.
Il processo di iscrizione è davvero semplice e, una volta entrati a far parte del circuito di affiliazione, basterà scegliere il prodotto che si ha intenzione di promuovere e Amazon fornirà un link di riferimento che dovrà essere inserito in tutto il marketing generato; dalle campagne online ai blog post alle landing pages.
Amazon, inoltre, al contrario di molti altri circuiti di affiliate marketing, non prevede l’apertura obbligatoria di partita IVA, perlomeno per chi inizia a muovere i primi passi in questo mondo.
Tuttavia, come abbiamo specificato in precedenza sarebbe sempre opportuno ottenere una partita IVA se si pensa di dedicarsi con costanza e in maniera continuativa a questo business; il rischio che si corre, altrimenti, è quello di incorrere in sanzioni anche pesanti per il mancato versamento delle imposte affiliate marketing o dell’effettivo adempimento degli altri oneri fiscali previsti per legge.
Amazon può essere un ottimo punto di partenza per conoscere il mondo dell’affiliate marketing ma, per iniziare un percorso serio e consapevole, occorrerà decidere in prima battuta se quella che si vuole perseguire è un’attività destinata a protrarsi nel tempo o un semplice svago da cui ricavare occasionalmente qualche guadagno extra.
L’affiliate marketing può trasformarsi in un’opportunità lavorativa in grado di dare grandi soddisfazioni. L’importante è non lasciarsi abbindolare da chi promette facili guadagni senza sforzi, approfondire gli aspetti burocratici e fiscali coinvolti, come il pagamento delle imposte affiliate marketing, o il versamento dei contributi, e affinare le conoscenze e le skills per affermarsi in questo settore in rapido sviluppo.