imposte dirette e indirette

Imposte dirette e indirette

L’importo prelevato coattivamente dallo Stato, o dagli Enti pubblici, prende il nome di “imposta” e può essere diretta o indiretta. In sostanza, la differenza tra le due tipologie è che le imposte dirette vengono sottratte dai guadagni, mentre le imposte indirette incidono sul prezzo di ciò che viene acquistato.

Le imposte servono allo Stato a finanziare servizi di pubblica utilità, ad esempio :

  • Amministrazione della giustizia ;
  • Ordine pubblico ;
  • Sistema Sanitario nazionale.

Gli elementi che definiscono le imposte sono quattro :

  • Presupposto: la circostanza che determina l’obbligazione tributaria ;
  • Soggetto attivo e passivo: chi impone il tributo e chi deve pagarlo ;
  • Imponibile: la ricchezza assoggettabile a imposta ;
  • Aliquota: la percentuale di imponibile che determina il valore dell’imposta.

Le imposte dirette

Le imposte si intendono dirette quando gli elementi che permettono di calcolare la base imponibile sono di tipo diretto, ossia quando la ricchezza viene prodotta o maturata, come ad esempio :

  • Il patrimonio
  • Incrementi di valore del patrimonio
  • Il reddito

Le imposte dirette vengono calcolate direttamente sulla ricchezza, sia che questa esista già, sia che venga prodotta nel corso del tempo.

Le imposte indirette

Le imposte si intendono indirette invece, quando gli elementi che permettono di calcolare la base imponibile sono di tipo indiretto, come ad esempio :

  • I consumi ;
  • Gli investimenti ;
  • Il trasferimento della proprietà dei beni.

Le imposte indirette, dunque, vengono calcolate quando le ricchezze vengono spese o trasferite.

Possiamo dunque parlare di  imposizione diretta quando le tasse colpiscono (sono calcolate su) direttamente il reddito o il patrimonio del contribuente. Mentre si ha un’imposizione indiretta quando le tasse colpiscono determinati fattori che fanno presupporre una certa agiatezza del contribuente.

Le imposte indirette entrano in scena nel momento in cui viene trasferito un bene o un trasferimento di ricchezza.

Tipi di imposta in base al calcolo

In base al modo in cui viene calcolata la somma di imposte da pagare si distinguono imposta proporzionale e regressiva.

  • Proporzionale. Quando la somma è proporzionale all’imponibile ovvero la somma su cui si applica la percentuale di aliquota dell’imposta ;
  • Regressiva. L’imposta aumenta meno che in maniera proporzionata all’imponibile (ad una somma maggiore corrisponde un’aliquota minore).
  • Progressiva. L‘imposta aumenta in modo più che proporzionato all’imponibile (al crescendo dell’imponibile cresce anche l’aliquota).

Quali sono le imposte dirette?

Tra le principali imposte dirette, ossia quelle imposte che vengono applicate su ricchezze prodotte o maturate, troviamo :

  • Irpef ;
  • Ires ;
  • Irap ;
  • Imu ;
  • Contributi previdenziali ;
  • Contributi soggettivi ;
  • ISOS.

Le imposte dirette a seconda del tipo di ricchezza sulle quali vengono applicate si distinguono a loro volta in:

  • imposte sul patrimonio
  • imposte sul reddito.

Imposta sul patrimonio

Quella sul patrimonio è un’imposta definita diretta che tiene conto del patrimonio del contribuente. Secondo il principio di equità orizzontale, i contribuenti che hanno medesima capacità contributiva (stesso reddito stesso patrimonio) devono essere tassati in egual modo. Diverso invece se due contribuenti con lo stesso reddito, non hanno lo stesso patrimonio.

Inoltre, in relazione alla valutazione o meno della situazione economica familiare, le imposte dirette si suddividono in :

  • Imposte personali
  • Imposte reali.

Quali sono le imposte indirette?

Le imposte indirette, ossia quelle che vengono calcolate sul denaro speso o trasferito sono :

  • IVA ;
  • Imposta di registro ;
  • Imposta sulle successioni o sulle donazioni ;
  • Accise ;
  • Imposta catastale o ipotecaria.

Le imposte indirette si distinguono a loro volta in:

  • Imposte sugli scambi (come l’IVA) ;
  • Imposte sui trasferimenti a titolo gratuito (successioni e donazioni)
  • Imposte titolo oneroso o sugli affari (registro, bollo, ipotecarie ecc.)
  • Imposte sui consumi o di fabbricazione (come le accise).

Imposte dirette, indirette, fisse, proporzionali e progressive

Le imposte dirette e le imposte indirette si dividono inoltre in fisse, proporzionali, regressive e progressive, a seconda del tipo di applicazione dell’aliquota e della ripartizione del bene imponibile rispetto ad una quota di applicazione della stessa.

  • Imposte fisse: le imposte che vengono applicate sempre in uguale misura (es: l’imposta di bollo);
  • Imposte proporzionali: le imposte che prelevano una percentuale secondo il valore dell’imponibile ( es: l’imposta di registro)
  • Imposte progressive: le imposte che impongono quote maggiori se aumenta la base imponibile (es: le imposte sulle successioni).

Imposte fisse

Le imposte fisse sono imposte dovute in un ammontare fisso a prescindere dalla ricchezza, dal reddito, dal prezzo.

Esempio: l’imposta di registro è un’imposta dovuta nel caso di registrazione di alcuni atti presso l’Agenzia delle Entrate.

Per alcuni tipi di atti è previsto il pagamento di un’imposta fissa a prescindere dal valore dell’atto registrato.

Imposte variabili

Le imposte variabili variano al variare della base imponibile.

Le imposte variabili possono essere:

  • Proporzionali ;
  • Progressive ;
  • Regressive.

Imposte proporzionali

L’imposta si chiama proporzionale quando la sua crescita è direttamente proporzionale all’aumentare dell’imponibile la cui aliquota rimane costante.

L’imposta di registro applicata nelle compravendite immobiliari tra privati è un’imposta proporzionale.

Imposte progressive

L’imposta si dice progressiva quando l’aliquota media cresce in relazione più che proporzionale rispetto all’aumentare dell’ imponibile, come accade per l’IRPEF.

A sua volta, l’imposta progressiva, si suddivide in tre tipi :

  • Per detrazione : su imponibile con aliquota fissa, sottraendo un ammontare stabilito all’aliquota stessa, oppure con detrazione dall’imposta di una somma ottenuta dall’aliquota nominale al reddito imponibile ;
  • Per classi : con aliquota costante in crescita proporzionale alla classe di reddito cui viene applicata ;
  • Per scaglioni : come nel caso dell’IRPEF, per ogni classe l’importo viene diviso in scaglioni cui corrisponde un’aliquota in crescita direttamente proporzionale alla crescita degli scaglioni stessi.

Fino al 1973 esisteva un’ulteriore imposta progressiva denominata” imposta progressiva continua” ma è stata abbandonata dal sistema fiscale italiano per difficoltà di applicazione e calcolo.

Imposte regressive

L‘imposta si dice regressiva quando l’aliquota diminuisce all’aumentare della base imponibile.

Ad esempio :

  • Su una base imponibile di 1.000 il contribuente paga 100 con un’aliquota del 10% ;
  • Su una base imponibile di 2.000 il contribuente paga 160 con un’aliquota dell’8% ;.
  • Se la base imponibile di 3.000 il contribuente paga 180 (aliquota del 6%).

Sostanzialmente, maggiore è la ricchezza posseduta, minore sarà il valore dell’imposta.

IRPEF : Imposta diretta

L’acronimo IRPEF indica l’imposta sul reddito delle persone fisiche.

Nata con la riforma tributaria del 1973, l’IRPEF è una delle più importanti imposte dirette e consiste in un prelievo fiscale progressivo applicato sul reddito dichiarato da ogni contribuente residente sia dentro che fuori i confini nazionali.

I contribuenti non residenti sono tenuti a versare l’imposta solo per i redditi generati in Italia.

Per il calcolo della base imponibile è necessario sommare tutte le entrate derivanti da:

  • Redditi fondiari ;
  • Redditi da lavoro dipendente e autonomo ;
  • Redditi da capitale ;
  • Redditi d’impresa ;
  • Redditi diversi.

Sul totale dichiarato, il Fisco applica delle aliquote secondo i seguenti 5 scaglioni:

  • da 0 a 15 mila euro l’imposta è fissata al 23%;
  • da 15.001 a 28 mila euro l’imposta è fissata al 27%;
  • da 28.001 a 55 mila euro l’imposta è fissata al 38%;
  • da 55.001 a 75 mila euro l’imposta è fissata al 41%;
  • oltre i 75 mila euro l’imposta è del 43%.

E’ il tipo di imposta diretta più importante e accede direttamente al reddito delle persone fisiche rivendicandone una parte per lo Stato ; vale anche per le persone giuridiche, in particolare le società, che sono tenute a pagare delle imposte sul reddito sottraendole ai propri guadagni.

Le imposte sul reddito e le imposte sulle società dipendono dalla quantità di reddito o profitto e sono tra le più importanti fonti di reddito per lo stato.

Imposta Municipale Unica : imposta diretta

Imposta diretta meglio conosciuta come imposta municipale propria o IMU ed essendo applicata sulla componente immobiliare del patrimonio assume la specifica di imposta diretta di tipo patrimoniale.

Nasce nel 2011 in sostituzione dell’ICI (Imposta Comunale sugli Immobili) inglobando anche una parte dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) e delle relative addizionali per quanto riguarda i redditi fondiari su beni non locati.

La base imponibile per questa imposta diretta varia a seconda della tipologia dell’immobile e si ottiene con un calcolo matematico tra rendita catastale con rivalutazione in percentuale (5% per i fabbricati e 25% per i terreni) e coefficiente di appartenenza in funzione della categoria catastale.

Le aliquote base, definite dalla Legge che ha introdotto questa imposta diretta, sono modificabili dalle amministrazioni comunali con delibera del consiglio comunale.

Il soggetto attivo dell’imposta è il comune in cui si trova l’immobile o il terreno.

Imposta diretta e Agricoltura

L’imposta fondiaria è la più antica tra le imposte dirette e deve la propria origine alla concezione che al Re spettasse un diritto originario su tutti i terreni del territorio in suo possesso.

Questo tipo di imposta diretta, chiamata anche imposta sui terreni, aveva come soggetto tributario passivo i proprietari del fondo e si applicava ai terreni di coltivazione che avrebbero potuto produrre un reddito solo ipoteticamente, a prescindere dal fatto che questo reddito venisse effettivamente prodotto o meno.

L’IMU agricola, ovvero l’imposta sui terreni agricoli, ha subito diverse variazioni negli ultimi anni ; in particolare nel 2016, con la legge di stabilità, si è specificato in modo un po’ più dettagliato chi debba pagare questo tributo e chi ne è invece esente: consultando l’elenco dei comuni esenti si potrà facilmente apprendere se il proprio terreno sia esente o meno.

Inoltre se i terreni sono coltivati da imprenditori agricoli professionisti si ha diritto all’esenzione da questo tipo di imposta diretta.

Imposta diretta sulle Società : l’IRES

L’IRES è l’imposta sul reddito delle società.

Si tratta di un’imposta diretta relativamente nuova (2004), introdotta nel sistema finanziario italiano al fine di modernizzarlo adeguandolo a quello europeo.

Sostituisce il vecchio IRPEG e la sua aliquota fissa è del 24%.

Società di capitali (spa, srl, ecc.), le mutue di assicurazioni, le cooperative, gli enti pubblici o privati (persone giuridiche private e pubbliche) che esercitano attività commerciali sono soggette al pagamento di questa imposta diretta , mentre ne sono esonerate le società di persone e le associazioni tra professionisti.

Il calcolo dell’IRES, rispetto all’IRPEF, è decisamente più semplice in quanto si tratta di applicare un’aliquota fissa ordinaria pari al 27,5% sul reddito della società.

Il reddito imponibile non è quello rilevato nel bilancio civilistico, in quanto alcuni costi e ricavi non sono riconosciuti dal Fisco ; la riduzione del reddito su cui pagare l’imposta, pertanto, potrà essere calcolata solo per le spese riconosciute dalla norma fiscale.

Imposta diretta Attività Produttive : l’IRAP

Si tratta di un’imposta diretta istituita in Italia con il D.L. 15 dicembre 1997, n. 446, subentrando e sostituendo precedenti imposte dirette come ICIAP e ILOR.

LImposta Regionale sulle AttivitàProduttive è un’imposta il cui profitto è a beneficio delle Regioni allo scopo di finanziare il Fondo sanitario nazionale come quota parte della spesa pubblica.

Il presupposto per l’applicazione di questa imposta diretta è l’esercizio abituale, all’interno del territorio della regione, di un’attività organizzata autonomamente finalizzata alla produzione e allo scambio di beni, nonché di servizi.

Chi deve pagare l’IRAP?

In linea di massima tutti i titolari di partita iva sono soggetti al pagamento dell’imposta IRAP :

  • Imprese individuali (anche in forma di impresa familiare);
  • Società (di persone e di capitali, cooperative, consortili);
  • Enti (commerciali e non commerciali);
  • Lavoratori autonomi esercenti arti e professioni, singoli o associati.

Inoltre possono essere soggetti ad Irap, al compiersi di determinate operazioni, anche soggetti non titolari di partita Iva .

Per capire meglio il concetto, poniamo il caso di un’associazione che non svolge attività commerciali , quindi priva di partita iva, ma corrisponde somme per prestazioni occasionali ai propri collaboratori: tali somme costituiscono base imponibile ai fini dell’IRAP.

Posso non pagare l’IRAP?

l’Irap è una delle imposte più controverse, per la mancanza di criteri certi per determinare i soggetti ai quali deve essere applicata.

A tal proposito si è espressa più volte la Corte di Cassazione, con sentenze spesso in contraddizione, senza mai riuscire ad individuare un parametro oggettivo e misurabile che determini l’assoggettamento all’imposta ; in compenso son o stati più volte utilizzati criteri astratti come quello dell’autonoma organizzazione, che hanno solo contribuito ad alimentare un contenzioso infinito.

Tuttavia negli ultimi anni è stato espressamente previsto che gli artisti e professionisti non siano soggetti a Irap qualora, indipendentemente dal regime contabile adottato, posseggano tutti i requisiti per l’accesso al regime dei contribuenti minimi, in quanto si ravvisa in tale caratteristica l’assenza di una autonoma organizzazione.

Imposta indiretta : l’IVA – Imposta sui consumi

L’iva, Imposta sul Valore Aggiunto, è forse tra le più conosciute forme di imposta indiretta e meglio rappresenta la categoria, essendo un’imposta presente nella vita quotidiana di ognuno di noi ; nella maggior parte degli acquisti che facciamo, dal caffè al bar alla spesa al supermercato, paghiamo questa imposta indiretta, il più delle volte senza rendercene conto o, comunque, senza pensarci.

L’IVA è caratterizzata da aliquote differenti a seconda della natura dei prodotti o dei servizi venduti e deve essere sempre indicata in ricevute fiscali e fatture.

  • 4% : aliquota minima applicata ad esempio alle vendite di generi di prima necessità come alimentari, stampa quotidiana o periodica e altro ;
  • 10% : aliquota ridotta, applicata ai servizi turistici come alberghi, bar, ristoranti e altri prodotti turistici e a determinati prodotti alimentari e particolari operazioni di recupero edilizio ;
  • 22% ; aliquota ordinaria, da applicare in tutti i casi in cui la normativa non prevede una delle due aliquote precedenti.

Successioni e donazioni – Imposta indiretta

Si tratta di un’imposta indiretta dovuta per il trasferimento dei beni di proprietà sia a causa di morte che per donazione.

  • Successione per morte del titolare: il trasferimento dei beni avviene per successione legittima in base a quanto stabilito dalla legge o per via testamentaria secondo le volontà espresse dal titolare nel documento testamentario;
  • Donazione: a seguito di un accordo tra il legittimo proprietario dei beni e uno o più beneficiari.

Le aliquote applicate per il calcolo dell’imposta possono variare a seconda dei casi e partono da un minimo del 4% fino ad un massimo dell’8%.

I beneficiari portatori di handicap gravi sono esonerati dal versamento di questo tipo di imposta indiretta.

Le Accise

Parlando di imposte indirette non possiamo esimerci dal parlare di Accise, l’imposta di fabbricazione e vendita dei prodotti di consumo. In Italia il nome di questa imposta indiretta viene spesso sostituito con “imposta erariale”, “imposta di consumo”, “imposta di produzione”.

Le Accise, pur facendo parte della stessa categoria di imposte indirette, si differenziano dall’IVA per due punti fondamentali :

  • Applicazione a specifiche categorie di prodotti ;
  • Applicazione sulla quantità anziché sul prezzo.

Spesso le Accise si sommano ad altre imposte come l’IVA, dazi doganali o tasse di importazione maggiorando sensibilmente il prezzo finale dei prodotti : bevande alcoliche, oli minerali e carburanti sono tra i prodotti più comuni cui grava il peso di questa imposta indiretta.

Registrare gli atti – imposta indiretta

L’imposta di registro è l’imposta indiretta disciplinata dal Dpr n. 131/1986 e viene applicata quando si registrano determinati atti di compravendita e locazione come :

  • Atti formati per iscritto nel territorio dello Stato ;
  • Atti formati all’estero, che comportano trasferimento della proprietà o costituzione/trasferimento di altri diritti reali, anche di garanzia, su beni immobili o aziende esistenti in Italia, nonché quelli che hanno per oggetto la locazione o l’affitto degli stessi ;
  • Contratti verbali di locazione o affitto di beni immobili esistenti in Italia (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacite) ;
  • Contratti di trasferimento e affitto di aziende esistenti nel territorio dello Stato e di costituzione o trasferimento di diritti reali di godimento sulle stesse (e relative cessioni, risoluzioni e proroghe anche tacite).

Sono esclusi dall’obbligo di pagamento di questa imposta indiretta gli atti indicati nella tabella allegata al Dpr n. 131/1986

Imposta catastale e ipotecaria

Si tratta di due tipi di imposte indirette differenti:

  • Imposta catastale : è un’imposta indiretta da pagare ogni volta che vengono eseguite delle formalità sui pubblici registri immobiliari quali trascrizioni, annotazioni, iscrizioni, cancellazioni o rinnovi ;
  • Imposta ipotecaria : è l’imposta indiretta da pagare ogni volta che viene eseguita una voltura catastale a seguito di una donazione, una successione, una cessione o alla costituzione di un’ipoteca.

Sono esenti dal pagamento di queste imposte indirette i trasferimenti a titolo gratuito eseguiti a favore di enti pubblici, Comuni, Province, Regioni e Associazioni o Fondazioni riconosciute a livello legale e con finalità di utilità pubblica oltre agli atti di espropriazione per pubblica utilità eseguiti a favore dello Stato.

Imposte generali e speciali

In determinate situazioni le imposte, dirette o indirette, si suddividono a loro volta in imposte generali e speciali.

Imposte generali

  • In caso di imposte dirette : colpisce tutte le categorie di redditi simili nello stesso modo e con la stessa aliquota.
  • In caso di imposte indirette : colpisce solo un determinato tipo di operazioni alla stessa maniera e con la stessa aliquota a prescindere dal settore economico nel quale queste operazioni sono effettuate.

L’iva è un’imposta indiretta generale.

Imposte speciali

  • Nelle imposte dirette : colpisce redditi simili in maniera diversa o solo alcuni tipi di redditi.

Rendono speciali le imposte che hanno un’aliquota del 15% per le aziende agricole e del 20% su imprese commerciali ; l’imposta che colpisce solo i redditi da capitale è speciale.

  • Nelle imposte indirette : colpisce un determinato tipo di operazioni in maniera diversa a seconda del settore economico nel quale tali operazioni sono effettuate.

La differenza di imposta tra la produzione e la vendita di bevande alcoliche e la produzione e la vendita di bevande analcoliche determina un’imposta indiretta speciale.

Imposte dirette : reali e personali

Le imposte che intaccano i redditi percepiti considerandoli in maniera oggettiva, ossia senza tener conto della posizione soggettiva del contribuente e delle condizioni economico sociali del nucleo familiare, si chiamano imposte reali.

Sono le imposte che, tra gli altri, colpiscono :

  • Redditi di lavoro dipendente ;
  • Redditi di lavoro autonomo ;
  • Redditi di impresa ;
  • Redditi di fabbricati.

Quando invece, al fine del calcolo dell’imposta da applicare, contribuiscono gli aspetti economico sociali soggettivi del contribuente e del suo nucleo familiare, parliamo di imposte personali : l’IRPEF è un’imposta personale, in quanto viene calcolata sui redditi percepiti dalla persona fisica sia sulle eventuali detrazioni date da familiari a carico, pensioni e importo dello stipendio percepito.

Imposte istantanee e periodiche

Un’ulteriore denominazione delle imposte è dettata dal punto di vista temporale : è possibile, pertanto, sentir parlare di imposte isantanee e imposte periodiche.

  • Istantanee : correlate a fatti istantanei per i quali sorge una distinta ed unica obbligazione, come nel caso dell’imposta di registro ;
  • Periodiche : il loro presupposto è il prolungamento temporale, come nel caso di imposte sul reddito o l’iva.

Differenza tra imposte, tasse e contributi

L’Art.54 della costituzione italiana sancisce che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”.

Benché molti chiamino l’uno col nome dell’altro, reputandoli addirittura sinonimi, in realtà tasse, imposte e contributi hanno significati radicalmente differenti.

Le tasse

Servono a finanziare lo Stato per funzioni pubbliche e strutture come opere e servizi pubblici ad uso e consumo della collettività e per produrre benefici sociali a sostentamento delle persone economicamente più deboli.

La Tassa si riferisce ad un compenso fisso da corrispondere allo Stato in cambio di un servizio. In sostanza è il pagamento di una prestazione che rientra nelle funzioni istituzionali di un’amministrazione pubblica, quindi esigibile solo dai soggetti che richiedono servizi soggetti a tassazione, indipendentemente dal costo del servizio stesso né, tantomeno, dal reddito di chi ne fa richiesta.

Paghiamo per avere la televisione in casa o in un locale pubblico (canone Rai), per far portare via i rifiuti (Tari) o per guidare la nostra auto (bollo).

La tassa può essere diretta, quando consiste nel versamento dell’importo nelle casse pubbliche, oppure indiretta tramite carta bollata.

Differenza tra tasse e imposte

Il pagamento di un’imposta, a differenza di quanto accade quando si paga una tassa, non comporta uno specifico scambio di prestazioni, ossia, non si paga per ottenere ad esempio un servizio.

Le imposte sono indivisibili perché il loro prelievo non fornisce prestazioni indirizzate direttamente a dei singoli, ma concorre all’erogazione di servizi rivolti alla totalità dei cittadini ; possono quindi finanziare i costi di opere di pubblica utilità come l’istruzione, la sicurezza, l’amministrazione pubblica.

Quando si pagano le tasse si va a sostenere il costo delle cosiddette spese divisibili, ovvero quel tipo di spese sostenute, o da sostenere, per il servizio richiesto espressamente dal cittadino, ad esempio :

  • Tassa sui rifiuti ;
  • Tassa sull’occupazione del suolo pubblico ;
  • Tassa automobilistica ;
  • Tassa scolastica.

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