Contenuti
La vendita online viene comunemente definita con il termine e-commerce.
Esistono due tipologie di e-commerce:
- Il commercio online indiretto, tramite cui vengono venduti beni fisici (oggetti) ;
- Il commercio online diretto, tramite cui vengono venduti beni virtuali (film, file musicali, programmi).
Dal punto di vista fiscale, il commercio online indiretto è considerato una cessione di beni mentre il commercio online diretto è considerato una cessione di servizi.
Esiste un’altra classificazione dell’e-commerce, stilata sulla base del destinatario a cui è rivolta la vendita:
- Business to Business (B2B), in cui i soggetti che effettuano gli scambi sono imprese ;
- Business to Consumer (B2C), in cui la vendita è rivolta ad un consumatore privato ;
- Consumer to Consumer (C2C), in cui la compravendita online avviene tra utenti sul web.
L’e-commerce B2C, che prevede la vendita online ad un consumatore privato, non ha l’obbligo fiscale di emissione di una fattura, se non dopo richiesta del cliente al momento dell’acquisto del prodotto.
Inoltre, il B2C non ha nemmeno l’obbligo fiscale di emissione di uno scontrino o di una ricevuta.
Il commercio online offerto ai privati, dunque, non prevede l’obbligo di emissione di alcun documento fiscale.
L’unico obbligo fiscale di chi decide di aprire uno shop online è l’annotazione del totale delle operazioni effettuate giornalmente nell’apposito registro dei corrispettivi. Se il cliente, invece, richiede la fattura o il titolare dello shop decide di emetterla per questioni amministrative, come ad esempio l’evitare complicanze nei resi, c’è l’obbligo fiscale di annotazione nel registro delle fatture emesse.
Chi decide di vendere online, dunque, dovrà inserire nel proprio sito un form in cui il cliente potrà rilasciare i dati necessari all’emissione di una fattura, anche se essa non è obbligatoria.
E-commerce adempimenti fiscali 2019
Gli obblighi fiscali della vendita online sono stati recentemente modificati dalla legge di stabilità del 2019.
La nuova normativa riguardante il commercio online diretto prevede che:
- I titolari di un’attività di vendita online con un fatturato al di sotto di 10.000 euro, hanno l’obbligo fiscale di applicare l’IVA dello Stato in cui sono stabiliti. Il titolare non dovrà identificarsi nello Stato in cui opera ma potrà riferirsi allo sportello unico del cosiddetto MOSS (Mini One Stop Shop), che gli consentirà di assolvere l’IVA in un unico Stato dell’Unione Europea ;
- L’obbligo della conservazione dei documenti fiscali nel tempo di 10 anni è abolito per chi opera in regime MOSS ; ogni stato membro indicherà il limite temporale entro cui conservare i documenti fiscali ;
- L’obbligo fiscale di fatturazione viene abolito negli Stati membri ; dunque, chi opera in regime MOSS, potrà fatturare seguendo le regole del proprio Stato.
Il MOSS è un regime di tassazione introdotto per semplificare le nuove regole di modifica del luogo di tassazione dell’IVA. Il MOSS evita al titolare di identificarsi presso ogni Stato del consumatore per aderire ai suoi obblighi fiscali.
Con il MOSS, il titolare, per vendere online, trasmetterà in maniera telematica le proprie dichiarazioni di IVA ed effettuerà i versamenti solamente nel proprio Stato.
La nuova normativa riguardante il commercio online indiretto, invece, prevede:
- L’eliminazione delle soglie previste da ogni Stato dell’Unione Europea, comprese tra i 35.000 euro e i 100.000 euro all’anno. L’eliminazione di queste soglie consente ai titolari di vendita online di aderire al regime MOSS ;
- La modifica delle norme per le imprese, che prevede che se il valore delle vendite internazionali è inferiore ai 10.000 euro l’anno, le imprese potranno applicare l’IVA in vigore nel proprio paese di origine.
Approfondisci: Adempimenti fiscali ecommerce
Commercio elettronico aspetti fiscali 2019
Secondo la nuova normativa che regolarizza gli obblighi fiscali dei titolari di vendita online, la compravendita rivolta ai consumatori privati residenti in un altro paese dell’Unione Europea prevede l’applicazione dell’IVA del paese il cui il consumatore privato risiede.
Il titolare di e-commerce che si rivolge ai clienti del mercato europeo online, dunque, è obbligato a:
- Aprire una partita IVA in ciascun paese ;
- Aderire al regime MOSS, in modo tale da non dover identificarsi in ogni Stato in cui i clienti risiedono.
Un’altra modifica apportata dalla legge di stabilità riguarda la Web Tax, che è un’imposta che colpisce i grandi e-commerce come Amazon, i quali operano nella nostra nazione senza adempiere ai corretti obblighi fiscali.
La nuova Web Tax verrà applicata:
- Alle imprese che superano il reddito di 750 milioni di euro ;
- Alle imprese che possiedono un fatturato di servizi digitali in Italia non inferiore ai 5,5 milioni di euro.
La Web Tax del 2019 prevede l’obbligo fiscale di un’imposta del 3% sui ricavi tassabili realizzati in ogni trimestre. Le imprese italiane clienti delle imprese multinazionali online, dunque, dovranno trattenere sulle fatture la tassa del 3% e versarla al fisco.
L’e-commerce è un nuovo tipo di business online in rapida espansione e deve essere ancora regolamentato in maniera definitiva ; per questo, è consigliabile il sostegno di un commercialista che possa aiutare il titolare dello shop ad adempiere a tutti gli obblighi fiscali e burocratici necessari a svolgere regolarmente la propria attività.
Vendita online scontrino o fattura
I titolari di vendita online hanno l’obbligo fiscale di emettere una fattura solamente nei casi di:
- Vendita B2B con partita IVA ;
- Richiesta da parte del consumatore privato, che potrebbe ad esempio ottenere detrazioni fiscali su particolari prodotti.
Proprio per questo, il titolare di vendita online deve necessariamente inserire, nel sito del proprio e–commerce, un form in cui il cliente potrà inserire i propri dati per richiedere una fattura.
Nel caso di emissione di fattura, la spedizione dei prodotti dovrà essere accompagnata da una nota di consegna.
Lo scontrino fiscale viene emesso solitamente quando si incassa il corrispettivo. Dal 1 gennaio 2020, la nuova normativa prevede che le chiusure giornaliere debbano essere precedute dall’invio all’Agenzia delle Entrate del totale delle vendite del giorno.
Tale normativa ha creato dei fraintendimenti nell’ambito della vendita online: gli e-commerce sono esenti da questa legge per cui non hanno l’obbligo fiscale di emettere uno scontrino elettronico, ma solo di annotare le operazioni effettuate sul registro dei corrispettivi.
Il campo fiscale della vendita online può risultare ostico per coloro che non possiedono un’approfondita conoscenza della materia: l’aiuto di un professionista è fondamentale sia per ridurre i tempi sia per svolgere la propria attività in modo sicuro e corretto.
E-commerce adempimenti fiscali 2020
Gli adempimenti fiscali del 2020 prevedono che l’e-commerce diretto versi l’IVA nel paese di destinazione dei servizi, salvo eccezioni come:
- Il non superamento della soglia di 10.000 euro ;
- L’adesione al regime MOSS.
Nell’ultimo caso, il titolare di vendita online adempierà ai propri obblighi fiscali aderendo al regime MOSS nel proprio paese.
La normativa fiscale 2020 riguardante, invece, l’e-commerce indiretto prevede che il titolare di vendita online versi l’IVA nel paese di destinazione del bene nei casi in cui nell’anno precedente e nell’anno in corso non abbia superato la soglia di 100.000 euro o la minor soglia prevista da un singolo Stato.
A partire dal 1° gennaio del 2021, verranno introdotti nuovi obblighi fiscali per le vendita a distanza:
- Una soglia unica per tutti gli Stati membri (come già disposto per l’e-commerce diretto) e pari a 10.000 euro ; al di sotto di questa cifra, l’IVA è dovuta nel paese dell’e-commerce mentre al di sopra di tale cifra il titolare di vendita online dovrà adempiere agli obblighi fiscali nel paese di destinazione del bene ;
- L’estensione del regime MOSS anche all’e-commerce indiretto, sia per le vendite intra-comunitarie sia per le vendite dei beni importati da territorio extra UE; il regime MOSS, anche in questo caso, rimane facoltativo.
Adempimenti burocratici per aprire un e-commerce
Gli adempimenti burocratici e fiscali per chiunque voglia avviare un’attività di vendita online sono i seguenti:
- L’apertura di una partita IVA ;
- L’iscrizione al Registro delle Imprese ;
- L’invio di una comunicazione all’Agenzia delle Entrate ;
- L’iscrizione all’INPS nella categoria commercianti ;
- L’invio di una comunicazione tramite la SCIA (segnalazione certificata di inizio attività) ;
- L’iscrizione al VIES (Vat Information Exchange System) nel caso in cui si voglia vendere all’estero.
Gli obblighi fiscali per l’apertura di un e-commerce con prestazioni occasionali sono minori, ma questa tipologia di commercio online prevede che:
- Il ricavo annuo non sia superiore ai 5.000 euro ;
- Siano utilizzate ricevute con ritenuta d’acconto del 20% ;
- L’attività sia svolta occasionalmente.
È pensiero comune che l’apertura di partita IVA sia obbligatoria nel caso di superamento di 5.000 euro : in realtà, l’obbligo fiscale di partita IVA è previsto solamente nel caso in cui l’attività sia svolta abitualmente e con costanza.
Gli adempimenti fiscali e burocratici di un e-commerce possono risultare una materia difficile per chiunque non sia esperto. È consigliabile rivolgersi a un commercialista o ad un professionista di fiducia che possa seguire passo dopo passo l’attività e garantire il pieno rispetto di tutti i principi e gli obblighi fiscali previsti per la vendita online.
Vendita online autorizzazioni
Il titolare di un’attività di vendita online deve rispettare i seguenti requisiti:
- L’apertura delle posizioni fiscali e previdenziali ;
- Il rispetto delle norme previste sulla tipologia di merce venduta ;
- La comunicazione al Comune del settore merceologico di appartenenza prescelto, così come stabilisce l’articolo 18, comma 4, D.Lgs 114/98 ; trascorsi 30 giorni dall’invio di tale comunicazione, il titolare può iniziare la propria attività di vendita online ;
- Adempiere a tutti gli obblighi fiscali previsti ; il mancato pagamento delle tasse potrebbe comportare l’emissione di pesanti sanzioni e, nei casi più gravi, la chiusura dell’attività ;
- La richiesta all’ufficio dell’IVA di avviare il codice di attività 52610, che si riferisce al commercio elettronico.
Le autorizzazioni per la vendita online sono essenziali soprattutto per chi decide di conservare la merce in un magazzino di proprietà. In questo caso, sono necessarie le autorizzazioni per le medie e le grandi strutture di vendita.
Si intendono medie strutture quelle con le seguenti dimensioni :
- Una superficie che va da 150 mq a 1.500 mq, con popolazione nel comune inferiore a 10.000 abitanti ;
- Una superficie che va da 250 mq a 2.500 mq, con popolazione nel comune superiore a 10.000 abitanti.
Le autorizzazioni per avviare la vendita online, in questo caso, sono rilasciate entro 90 giorni dal deposito al comune della domanda.
Le grandi strutture hanno le seguenti dimensioni:
- Una superficie di vendita superiore a 1.500 mq, con popolazione nel comune inferiore ai 10.000 abitanti ;
- Una superficie di vendita superiore ai 2.500 mq, con popolazione nel comune superiore ai 10.000 abitanti.
A concedere l’autorizzazione per avviare la vendita online, in questo caso, è una conferenza di servizi indetta dal comune entro 60 giorni dal ricevimento.
Requisiti per vendita online
L’apertura di un’attività di vendita online prevede:
- L’investimento di una somma iniziale ;
- Le spese di gestione ;
- L’adempimento agli obblighi fiscali.
Il consiglio per chi intende vendere online è di rivolgersi ad un commercialista che possa:
- Quantificare le tasse da pagare su un fatturato minimo iniziale ;
- Consigliare la tipologia di partita IVA più conveniente, a seconda del regime fiscale a cui è possibile aderire ;
- Informare il titolare di attività degli obblighi fiscali sull’IVA e sulle altre imposte sia su vendite intra-comunitarie sia su vendite estere.
I requisiti principali sono il pagamento delle imposte previste e l’adempimento di tutti gli obblighi burocratici previsti come la comunicazione al Comune del settore merceologico, la richiesta di avvio del codice di attività e la comunicazione agli enti di riferimento come l’INPS e l’Agenzia delle Entrate.
Avviare un’attività di vendita online non è semplice in quanto equivale all’apertura vera e propria di un negozio, con l’unica differenza che non si tratta di un locale fisico.
Proprio per questo, i titolari di un e-commerce sono esenti da spese come l’affitto, le bollette e il compenso di commessi.
Lo shop online deve necessariamente essere iscritto alla Camera di Commercio Industria e Agricoltura. Anche in questo caso, è consigliabile affidare le pratiche ad un commercialista esperto.
Per garantire la trasparenza della propria attività di vendita online, un e-commerce deve pubblicare le seguenti informazioni:
- La ragione sociale, il nome o la denominazione ;
- La partita IVA ;
- Il numero di iscrizione al Reparto Economico Amministrativo (REA) o al Registro delle Imprese ;
- La sede legale o il domicilio ;
- Il capitale sociale nel caso delle società ;
- I contatti tramite cui il cliente può comunicare con gli operatori ;
- I termini e le condizioni di utilizzo del servizio di e-commerce ;
- La politica sulla privacy, al fine di spiegare all’utente la modalità di trattamento dei suoi dati personali ;
- La politica sui cookie, al fine di spiegare all’utente le varie tipologie di cookie utilizzati.
Normativa vendite online
Il continuo sviluppo del commercio elettronico, ovvero della vendita sul web di beni e servizi, ha spinto le istituzioni a emanare continue normative per regolamentare il settore, garantendo così i diritti sia del consumatore che delle imprese.
Recentemente la Commissione Europea ha affrontato la questione della vendita online, emanando alcuni provvedimenti per regolare l’e-commerce, al fine di proteggere i consumatori privati e garantire anche gli interessi dei titolari dell’attività.
Nel 2014 è stata emanata la direttiva UE 2011/83/CE volta a tutelare i diritti dei consumatori online.
Tale normativa è valida in tutti e 28 gli stati membri.
Tutti i titolari di vendita online, dunque, devono rispettare i diritti dei consumatori. In particolare:
- Ogni consumatore ha il diritto al ripensamento, tramite cui può annullare l’acquisto entro 14 giorni senza dover pagare alcuna penale ;
- Il diritto al ripensamento viene aumentato fino a 12 mesi nel caso in cui il consumatore non venga informato di tale possibilità ;
- Il titolare dell’attività non può addebitare al consumatore commissioni non dichiarate prima dell’acquisto ;
- Gli e-commerce devono essere in regola con la nuova normativa sulla privacy e devono richiedere l’autorizzazione alla conservazione dei dati personali del cliente.
L’apertura di uno shop online non è considerata una prestazione occasionale, in quanto il sito web è disponibile al pubblico 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Per cui, il titolare deve adempiere agli obblighi fiscali e burocratici di un’attività commerciale vera e propria.
Obblighi per vendere online
Il titolare di vendita online deve adempiere ad alcuni obblighi che non riguardano solamente l’ambito fiscale o burocratico.
Esistono obblighi anche riguardo l’invio di comunicazioni al consumatore e la presenza di specifiche informazioni sul sito.
La normativa prevede l’obbligo di dare una certa quantità di informazioni al cliente sin dal primo invio di comunicazioni telematiche. In particolare, il venditore deve specificare:
- La natura commerciale delle comunicazioni inviate al cliente e il mittente ;
- La natura promozionale delle comunicazioni con le relative condizioni di accesso.
Se il venditore invia al cliente delle e-mail non sollecitate, non richieste del consumatore stesso e non contenenti comunicazioni commerciali, ha l’obbligo di:
- Specificare la natura non commerciale della comunicazione ;
- Indicare che il cliente può opporsi in qualsiasi momenti all’invio di tali comunicazioni.
Inoltre, la legge italiana considera illecita l’immissione automatica dei cookies nel sistema informatico dell’utente. Sono previste delle sanzioni in denaro per tutti i titolari di vendita online che violeranno questi obblighi.
Nel caso di e-commerce B2C, le normative sulla tutela del consumatore impongono di specificare al cliente, nei termini e nelle condizioni del sito web, una serie di informazioni, quali:
- La descrizione del servizio di vendita online e le sue caratteristiche principali ;
- Le informazioni di identificazione dell’e-commerce e i contatti ;
- Le modalità di pagamento, di spedizione e di consegna ;
- Le informazioni sui diritti del consumatore come il diritto di recesso ;
- Le politiche sul reso, sul rimborso o sulla sostituzione degli acquisti.